Primo Parco dello Spirito
Comuni di Rieti - Greccio - Poggio Bustone
Provincia di Rieti
I Santuari di San Francesco
Tra la verdissima
valle reatina ed il monumentale monte Terminillo incontriamo i quattro
santuari francescani. Incassati nella roccia, avvolti dai boschi, pervasi
da una manifesta essenzialità, in questi piccoli eremi, dove San
Francesco aveva la roccia come giaciglio e la natura come compagna di
avventura, il messaggio francescano è attuale e palpabile. I santuari
sono dei monumenti storici, culturali e religiosi di grande valore ed
ai nomi di luoghi come Fonte Colombo, La Foresta, Greccio e Poggio Bustone,
si lega indissolubilmente la storia non solo del "Santo della Natura",
ma di tutta la religione cristiana.
A Poggio Bustone, nel 1208, San Francesco arrivò salutando gli
abitanti con le parole "Buon giorno, buona gente", dando origine
ad un legame profondo con il territorio reatino ed i suoi abitanti. A
Greccio in una notte del 1223, nella grotta dove un affresco di scuola
giottesca ricorda l'episodio, San Francesco rappresentò per la
prima volta la natività di Gesù, dando vita alla tradizione
cristiana del Presepio. Al santuario di Fonte Colombo, nella pace del
quale scrisse per ben due volte la regola francescana, fu operato agli
occhi. Ed è proprio a questi luoghi dove allora come oggi la natura
era assoluta protagonista, che San Francesco si ispirò per scrivere
Il "Cantico delle Creature". I quattro santuari, situati ai
lati dell'ampia ed affascinante valle, formano simbolicamente una croce
ed ognuno dei luoghi è ancora oggi immerso in una natura incontaminata.
Preghiera, natura, silenzio, contemplazione, formano una miscela a cavallo
tra medioevo e terzo millennio, incisa nel paesaggio della Valle Reatina
che, noncurante del trascorrere dei secoli, è in grado di riproporvi
un'affascinante viaggio tra storia, religione e bellezze naturali.
Dorée Camargo - artista brasiliana: San Francesco simbolo del Parco.
Immersi nell'ambiente
Il Parco dello Spirito "Fratello Sole Sorella Acqua" abbraccia idealmente un territorio di grande rilevanza ambientale. Le quattro Oasi Francescane descritte sono circondate da boschi ricchi di alberi di alto fusto: lecci, querce, castagni, cipressi, olivi e arbusti tra i più variegati, capaci di offrire visioni di incanto con il mutar delle stagioni. Ovunque ruscelli d'acqua fresca a ricordare la presenza di sobrie sorgenti.
E dunque, riserve naturali, come quella dei Laghi Lungo e Ripa Sottile, zona umida di grande interesse naturalistico: rare ninfee bianche, ricca vegetazione palustre e fauna ittica. Oltre alle folaghe, agli aironi e ai cormorani, transitano di qui le alzavole che dalla steppa russa puntano sul Golfo di Guinea, e i falchi cuculi diretti al Mar Nero. Ancora acqua protagonista: con in fiume Velino che, attraversando Rieti capoluogo e le vaste campagne coltivate, gettandosi sul Nera, dà origine alle famose Cascate delle Marmore (Manlio Curio Dentato III sec. a.C.); le Terme di Cotilia, note per le acque solfuree particolarmente indicate per la cura della pelle; le antiche Terme delle Fonti Cottorella, sorgenti dal Monte Belvedere e già apprezzate dall'Imperatore Vespasiano per le sue qualità terapeutiche nella cura delle calcolosi, della gotta, delle malattie urinarie e dell'apparato digerente. Da ricordare inoltre il Monte Terminillo, stazione turistica tra le più importanti del centro - Italia non solo per la sua stagione invernale con i suoi itinerari sciistici tra i 1.500 e i 2.000 metri, ma anche per le opportunità di escursioni fra i numerosi itinerari di montagna immersi nel verde ed aperti a panorami e orizzonti indimenticabili.
Sui passi di San Francesco
Oasi di Poggio Bustone
Fu nel 1208 che Francesco giunse, attraverso boschi, nella località oggi chiamata Poggio Bustone. Dimorò a lungo in un Romitorio sul monte Rosato a 1705 metri, e allo Speco poco più basso. Due mete di grande suggestione spirituale immerse nel verde; facilmente raggiungibili dal Convento di San Giacomo fondato tra il 1235 e il 1237, al quale si aggiunse la chiesa a metà del '400. Il chiostro duecentesco conserva colonnine ottagonali. Di pregio le pareti affrescate del refettorio e le "edicole" che punteggiano il percorso verso il Romitorio.
Oasi di Greccio
Appoggiato sulla roccia e circondato da un fitto bosco di lecci, il complesso conventuale di Greccio domina la sottostante vallata reatina. A lungo in preghiera sul monte Lacerone, Francesco maturò l'idea di rappresentare la nascita del Redentore che realizzò nel 1223. Da allora il Presepe conquistò l'animo dei credenti di tutto il mondo. Qui, lo stupore invade il visitatore: i numerosi affreschi, l'oratorio, il dormitorio dei frati ancora intatto, fino alla mistica cappelletta in cima al monte dove Francesco pregava, si impongno come testimoni del tempo.
Oasi di Fonte Colombo
Francesco scoprì nel bosco una vivace fonte di acqua limpida, di qui il nome di Fonte Colombo. Il luogo è determinante per la vita futura dei suoi frati: dopo 40 giorni di digiuno Francesco dettò la regola definitiva per i minori, confermata dalla visione di Cristo presso il Sacro Speco. Molti episodi della vita del Santo sono legati a questo luogo, che offre motivi di grande interesse anche attraverso il quattrocentesco convento, la Cappella della Maddalena, la Cappella di San Michele e la Via Crucis realizzata in maiolica di Capodimonte nel '700.
Oasi della Foresta
La piccola chiesa di San Fabiano del '200, si affaccia sul chistro del '300 geloso delle sue colonne ottagonali. Il convento sembra correre incontro alla valle circondato da boschi di castagno e cipressi: lo stesso paesaggio suggestivo che unitamente al canto degli uccelli ispirò a Francesco il "Cantico delle Creature". Qui i suoi occhi cominciarono a spegnersi. Qui avvenne il miracolo dell'uva. una serie di cappelle con maioliche del '700 accompagna i visitatori al Convento: una presenza che testimonia attraverso l'arte la grande devozione del popolo sabino verso il Santo che più di altri ha indicato all'uomo il rispetto di sè e del Creato.
Arte
L'Unione Cattolica degli Artisti Italiani, che collabora con il Parco dello Spirito "Fratello Sole, Sorella Acqua" attraverso la presentazione e collocazione di opere d'arte contemporanea, segnala la presenza di opere dei propri associati Luigi Venturini, Padre Andrea Martini, Ismaele Chignola, testimonianze di particolare adesione al messaggio di Franceso, Santo della spiritualità popolare, dell'amore per la natura, del rispetto per l'intero Creato.
Libri
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Francesco d'Assisi - Un santo per il nostro futuro di Corrado Candidi - Edizioni EDB
Nell'era dell'"usa e getta", e del "più si distrugge più si ricrea", il Cantico di Francesco, oltre che un monito al rispetto dell'ambiente e al rifiuto del consumismo, è un invito all'amore per tutte le creature, viventi o inanimate che siano, con implicito l'ammonimento, quanto mai attuale, affichè l'umanità a far nascere fiori ed alberi e non si preoccupi solo di sperimentare e costruire nuove macchine. Quella di Francesco è in sintesi una bellissima lezione di vita: insegna infatti che l'uomo è fratello al lupo, ma anche all'altro uomo; che la croce può essere più forte di tante spade; che la pace, dono di Dio, dipende soprattutto dalla capacità di amare il nostro prossimo. E ammonisce che l'uomo, presunto re del Creato, non è che un grumo di terra nell'ecosistema del mondo, soggetto a principi, leggi ed equilibri univetrsali, prima e al di sopra della sua scienza e della sua onnipotenza. Di queste testimonianze, di questi insegnamenti il tempo attuale sembra avere più che mai bisogno; ed è quello che rende Francesco, ancora oggi, il santo del nostro fututo. (Dalla prefazione di S.E. Mons. Lorenzo Chiarinelli, Vescovo di Viterbo) |
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Francesco e gli Angeli di Corrado Candidi - Edizioni EDB Illustrazioni di Valeria Ricciardi
Alborino, il protagonista di questa storia, è uno di noi, un viaggiatore come tanti nel cammino della vita. Prossimo alla meta, guarda con tranquillità e sufficiente distacco l'approssimarsi della stazione di arrivo, e si prepara a scendere. Nell'imminenza del distacco egli ricorda e sogna: ricorda per continuare a vivere, sogna con la speranza di scrutare il futuro che lo attende, verso quella meta che nessuno conosce, ma che coincide per tutti con la fine del viaggio. Con questo spirito, tra sogno e speranza, Alborino si prepara a chiudere serenamente la sua parentesi di vita, trasformando una personale, povera, umana ventura in un'avventura fantastica, meravigliosa: l'uscita dal mondo è un viaggio immaginario, un dolce sogno per una nuova via nel tempo infinito! |
Per saperne di più
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